La Via Vandelli
La via Vandelli è un'antica strada commerciale e militare, fortemente voluta dal Duca Francesco III d'Este, realizzata a metà del XVIII secolo per collegare Modena (capitale dell'omonimo ducato) e Massa.
L’abate ingegnere, geografo e matematico di corte Domenico Vandelli fu
incaricato di concepire e disegnare un nuovo tracciato stradale che fosse all'avanguardia dei tempi e di dirigerne personalmente i lavori. La via Vandelli fu quindi così denominata proprio in onore del suo ideatore e costruttore.
La costruzione iniziò nel 1738 e nel 1751 la strada si poteva considerare conclusa. Tuttavia, nel seguito, per completare l'opera, lungo la strada vennero costruite stazioni di manutenzione e stazioni di sosta per il cambio e l'abbeveraggio dei cavalli, ostelli, piazzole per lo scarico ed il carico delle merci, guardine per i militi addetti al presidio ed al pagamento dei pedaggi, ecc. si era di fatto giunti ad avere la prima strada italiana carrozzabile logisticamente gestita che si inerpicava lungo i fianchi scoscesi delle montagne.
La strada aveva numerose diramazioni che servivano per collegare piccole località, fabbriche, cave di pietra e di marmo e miniere di ferro. Una ampia piazzola ottenuta dall intaglio nella roccia, utile per la gestione logistica delle merci in transito e ubicata lungo il tratto massese del percorso, prende ancora il nome di Finestra Vandelli. Gli sbancamenti vennero realizzati facendo ampio uso di esplosivi, ed i tratti montani più difficoltosi o ripidi furono realizzati con murate di sassi posti a secco impiegando le tecniche innovative di Vandelli.
Del tracciato storico sappiamo che La via Vandelli parte da Modena, con il tracciato del 1739, e da Sassuolo, con quello del 1751, e i due rami salgono in Appennino, l'uno verso Puianello e San Dalmazio, l'altro verso Serramazzoni. Ricongiungendosi per raggiungere Sant'Antonio quindi Pavullo. Costeggia la rupe del castello di Montecuccolo, che appartenne alla famiglia del celebre generale Raimondo Montecuccoli, rimane sul crinale attraversando Montecenere e Lama Mocogno e dopo un lungo tratto, ancora ben conservato, arriva a La Santona.
Si sale poi verso l'Imbrancamento e il passo del Lagadello tra le valli del Dragone e dello Scoltenna, supera edifici storici come La Fabbrica, le tipiche capanne celtiche, emergenze naturali come il Sasso Tignoso e sale fino allo spartiacque tra Emilia e Toscana a San Pellegrino in Alpe. Nel seguito la strada attraversa la Garfagnana. Da San Pellegrino in Alpe (1525 m s.l.m.) a Casmpori, Pieve Fosciana e Castelnuovo di Garfagnana quindi, dopo aver attraversato il fiume Serchio, risale la valle dell'Edron, fino a Vagli di Sopra, la valle di Arnetola e il duro passo della Tambura. Da qui (1.620 m s.l.m.) la strada scende in provincia di Massa-Carrara fino ad arrivare a Resceto, a Massa e giungere sino al Mare Tirreno.
Con il tempo si sono sviluppate tante “versioni dell’antica Via Vandelli” e non esiste un percorso “ufficiale”
Di seguito per tanto viene data un’indicazione di un possibile itinerario, suddiviso in tappe, così come viene proposto da Giulio Ferrari, nella sua guida dedicata alla Via Vandelli.
Giulio Ferrari, dopo lunga ricerca negli archivi storici e attenta esplorazione sul percorso, ci restituisce una versione della Via Vandelli che ripercorre il tracciato originale ma offre anche una variante escursionistica da praticare in versione trekking e mountain bike, uscendo quindi dai tratti asfaltati e spostandosi sugli sterrati.
Con il tempo si sono sviluppate tante “versioni dell’antica Via Vandelli” e non esiste un percorso ufficiale. Di seguito per tanto viene data un’indicazione di un possibile itinerario, suddiviso in tappe, così come viene proposto da Giulio Ferrari, nella sua guida dedicata alla Via Vandelli. Giulio Ferrari, dopo lunga ricerca negli archivi storici e attenta esplorazione sul percorso, ci restituisce una versione della Via Vandelli che ripercorre il tracciato originale ma offre anche una variante escursionistica da praticare in versione trekking e mountain bike, uscendo quindi dai tratti asfaltati e spostandosi sugli sterrati.